IL MONDO INCANTATO DEI COMPITI: COME FAVORIRE ATTEGGIAMENTI POSITIVI NEI BAMBINI E NEI RAGAZZI

A cura della dott.ssa Valentina Basaldella

Motivare lo studio e rendere piacevole l’apprendimento sono sicuramente delle sfide educative tanto importanti quanto complesse. Tale sfida non è rivolta esclusivamente al contesto SCUOLA e quindi agli insegnanti, ma anche ai genitori. Certamente gli insegnanti rappresentano un importante veicolo di motivazioni ed emozioni legate all’apprendimento, ma quando i bambini escono da scuola, entrano in un altro ambiente, il contesto CASA dove trovano altri compiti di apprendimento. Infatti in tale scenario il ruolo dei genitori è rilevante in quanto possono trasmettere ai propri figli motivazioni, passioni, emozioni, aspettative, strategie, convinzioni e atteggiamenti fondamentali per la costruzione della motivazione. Quindi l’importanza del momento dedicato ai compiti non deve passare inosservata o poco considerata.

Non esistono delle ricette pronte da donare ai genitori, ma esistono degli orientamenti. Fra questi, quello di Pomerantz, Moorman e Cheung (2012) potrebbe risultare utile ed efficace. Tali studiosi, che si occupano da anni della tematica relativa al rapporto genitori/figli durante lo svolgimento dei compiti, sottolineano l’importanza dei diversi ruoli che i genitori rivestono, riassumendoli in sei principi fondamentali che si rifanno a una serie di teorie ed evidenze scientifiche nell’ambito della ricerca sui processi d’apprendimento.

 

Primo principio: RICORDARSI CHE OGNI ABILITA’ E’ MALLEABILE, IN CRESCITA E QUINDI MODIFICABILE.

Il genitore dovrebbe sostenere la convinzione nel figlio che tutti possono riuscire, che ciò che conta è il miglioramento e il rispetto dei tempi e delle modalità di ognuno.

 

Secondo principio: IL VOSTRO COINVOLGIMENTO CONTA.

Farsi sentire partecipi dell’apprendimento, aiutandoli a fare un piano di studio e a risolvere difficoltà senza sostituirsi. I compiti sono del figlio non del genitore.

 

Terzo principio: SOSTENERE L’AUTONOMIA.

Far capire che la responsabilità dell’apprendimento è del figlio, sostenendolo nel generare strategie e facendo in modo che sia lui a trovarne di nuove.

 

 

Quarto principio: MANTENERSI POSITIVI.

Evitare di rispondere ai sentimenti di frustrazione, rabbia, ansia del figlio manifestando le stesse emozioni, ma rispondere con la comunicazione di competenza (ce la puoi fare!).

 

Quinto principio: FORNIRE UN FEEDBACK CORRETTIVO.

Aiutare a motivarsi ed a essere strategici fornendo risposte immediate, credibili e realistiche, sostenendo il “mettersi in gioco” per migliorare.

 

Sesto principio: NON DIMENTICARE CHE OGNI RAGAZZO E’ DIVERSO DALL’ALTRO.

Cercare di bandire i confronti con i fratelli o con i compagni di classe, dandosi il tempo di capire dove sbaglia, dove potrebbe migliorare e a quali risorse potrebbe attingere rispettando i suoi tempi di apprendimento.